Descrizione
La rassegna
“Io credo che il termine natura è sempre presente in ogni grande narratore”. A partire da questa affermazione di Italo Calvino, la rassegna “Pagine di natura” intende proporre – in modo prioritario ma non esclusivo – romanzi e saggi che, da prospettive diverse e con maggiore o minore centralità, hanno indagato il rapporto dell’uomo con un contesto naturale (ad esempio quello della montagna) o in esso hanno ambientato la loro narrazione. Nei secoli, l’idea di ambiente e di relazione tra umano e naturale si è formata anche attraverso la letteratura, che si è misurata con le trasformazioni epocali del paesaggio, naturale e sociale, non solo in Italia. Porremo la nostra attenzione su alcuni interrogativi e parole chiave: tra questi, il paesaggio (percepito, rappresentato, salvaguardato, anche in relazione con quello interiore); la presunta centralità dell’uomo, il limite, la fragilità.
L’autore
Enrico Camanni, torinese, è scrittore, giornalista e alpinista. Socio accademico del CAI, ha insegnato alla Scuola nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti e alla Scuola nazionale di Scialpinismo della SUCAI di Torino, di cui è diventato direttore.
È stato redattore capo della “Rivista della Montagna”. Nel 1985 ha fondato il mensile “Alp”, dirigendolo per tredici anni. Per quattro anni direttore del mensile “Piemonte Parchi”, collabora con il quotidiano “La Stampa”.
Ha scritto molti saggi sulla storia dell’alpinismo e delle Alpi e sulle problematiche dell’ambiente alpino. Si è dedicato anche alla narrativa, pubblicando alcuni racconti e nove romanzi ambientati in diversi periodi storici.
Tra le sue molte pubblicazioni: Il fuoco e il gelo (Laterza 2015); Alpi ribelli (Laterza 2016); Il desiderio di infinito (Laterza 2017); Una coperta di neve (Mondadori 2020); Il grande libro del ghiaccio (Laterza 2020); La discesa infinita (Mondadori 2021); Se non dovessi tornare (Mondadori 2023).
Il libro
La montagna sacra (Laterza, 2024, 192 pagine, Collana: i Robinson / Letture)
Le montagne esistono perché noi possiamo scalarle, possiamo camminarci, possiamo sciarci? Ha senso, in un ecosistema così fragile, perseguire un modello di sviluppo fondato sulla crescita, sull’aumento anno dopo anno di turisti e di impianti? Perché altre culture, dall’Himalaya alle Ande, hanno immaginato l’esistenza di montagne sacre, luoghi da cui l’uomo dovesse restare lontano? Cosa ci insegna questa idea di limite?
In montagna non esistono più vette inviolate, in particolare sulle Alpi.
Contro questa deriva è nata, nel 2022, una proposta che ha scosso tutta la comunità alpinistica italiana: scegliere una cima – il Monveso di Forzo, tra la Val Soana e la Val di Cogne – e dichiararla ‘sacra’, impegnandosi a non salirla. Una proposta che ha acceso un grande dibattito.
A chi è rivolto
Tutta la cittadinanza
Date e orari
06 mar
06
mar
Costo
Gratuito
Luogo
Punti di contatto
Allegati
Ultimo aggiornamento: 4 febbraio 2025, 18:40